Tantra
È estremamente complicato esporre una spiegazione esauriente sul significato di Tantra, ci saranno di aiuto queste definizioni generali date da alcuni studiosi e maestri.
È arduo definire il tantrismo. Tra i molteplici significati del termine Tantra (radice tan “estendere, continuare, moltiplicare”) uno sopra tutto ci interessa: quello di successione, svolgimento, processo continuo. Il Tantra sarebbe “ciò che estende la conoscenza” - tanyate, vistâryate jnânam anena iti tantram.
Mircea Eliade. Lo yoga. Immortalità e libertà.
Tantra è un termine sanscrito che come il termine yoga ha vari significati distinti e correlati al tempo stesso. In contesti più mondani significa “rete” o “trama”. Deriva dalla radice verbale tan - che significa “espandersi”. Dalla stessa radice deriva anche la parola tantu (“filo” o “spago”). Mentre la parola “filo” suggerisce un’idea di estensione, la parola “rete” suggerisce quella di espansione. Il termine Tantra può anche essere anche sinonimo di “sistema”, “rituale”, dottrina” e sunto. Secondo le spiegazioni esoteriche, Tantra è ciò che espande il jnana, termine che può significare sia “conoscenza” sia “saggezza”.
Georg Feurstein. Il libro del Tantra
La lettera “TA” è il seme (suono) dell’ottusità (staticità) e il verbo radice “TRAE” suffissato da “DA” diventa TRA che significa ciò che libera, così, quella pratica spirituale che libera l’aspirante dall’ottusità o dall’animalità della forza statica ed espande il sé spirituale dell’aspirante è il Tantra sadhana. Srii Anandamurti (Prabhat Ranjan Sarkar) Il Tantra è la scienza che permette di vedere, sentire, e conoscere l’infinito dentro e attraverso il finito. Porta l’esperienza dell’infinito attraverso il mondo limitato della forma. Quando l’infinito è stato visto in un oggetto, c’è poi solo un piccolo passo da compiere per vedere l’infinito in ogni cosa. Il Tantra è il mezzo per conoscere la vostra natura divina e quindi la natura divina in ogni cosa. È un metodo per essere assorbiti nell’infinito, essere risucchiati nell’infinito per mezzo di un vortice di oggetti e di energie materiali. Il mondo viene usato come guado verso ciò che è indescrivibile. L’universo oggettivo è utilizzato come una rampa di lancio verso l’eterno. Il Tantra ha per scopo di espandere l’esperienza della vita di ogni giorno, di godere e di vivere la vita pienamente quale mezzo verso la consapevolezza superiore. Esso ingloba tutti gli aspetti della vita, sia nel mondo materiale sia in quello trascendente. Il Tantra insegna la conoscenza e l’esperienza del macrocosmo per mezzo del microcosmo, insegna la conoscenza dell’illimitato attraverso i mezzi del limitato, la conoscenza della suprema coscienza (Paramatman) attraverso la conoscenza della coscienza individuale (Jivatman).
Swami Satyananda Saraswati
Studiosi come Zimmer Henrich, Julius Evola, Mircea Eliade e Hugh Urban hanno visto il Tantra come “la culminazione di tutto il pensiero indiano: la forma più radicale di spiritualità e il cuore arcaico dell’India aborigena” e insieme concordano con le antiche visioni indiane dello scorrere del tempo dove le ere (yuga) si susseguono ciclicamente. Dall’età dell’oro (Satya Yuga) fino a quella attuale, Kali Yuga, una età del Ferro, dove a causa del declino spirituale, etico, il diffondersi dell’ignoranza e del materialismo, la dimenticanza dei valori del Dharma, il Tantra è considerato il percorso più adatto per gli esseri umani.
Anche i testi canonici dovranno essere adatti al periodo attraversato come espone il trattato Kularnava Tantra:
1. Satya yuga - età dell’oro - la forma di scrittura è la rivelazione: sruti.
2. Nel Tetra yuga - età dell’argento - devono servire le scritture memorizzate: smriti.
3. Le scritture del Dwapara - età del bronzo - sono i purana, scritture nella forma di miti.
4. Mentre l’Agama (tantra) è la più indicata per il Kali yuga.
Una caratteristica dei testi tantrici è che l’insegnamento viene esposto come un colloquio intimo tra due amanti, due polarità, due entità, Shiva e Shakti, ma con un distinguo: quando Shakti chiede e Shiva risponde sono gli Agama, quando è Sakthi a rispondere e ad insegnare sono i Nigama.
Il tantra come via operativa
La parola Tantra significa tecnica, metodo, sentiero, perciò non è filosofico. Ricordalo. Non si occupa di problemi e di indagini intellettuali. Non si occupa del perché delle cose: si occupa del “come”, non di “cosa” sia la verità, ma di come possa essere raggiunta.
Osho Rajneesh. Il libro dei segreti
Il Tantra è invece basato sulla pratica. Viene chiamato sadhana shastra, che indica una filosofia orientata sulla pratica. L’essenza del Tantra è l’esperienza personale attraverso la pratica. Il tantra è chiamato Bhuktimuktikaranika: il sistema di gioia-piacere (bhukti) ed illuminazione o liberazione (mukti) attraverso l’esperienza.
Swami Satyananda Saraswati
Le migliaia di mali che sorgono dalla nascita, possono essere spazzate via dalla pratica.
Matsyendra-Samhita (7.20)
Il corpo e la sessualità nel Tantra
Il Tantra è uno yoga esistenziale, non è solo una arte del saper vivere, ma del saperlo fare lucidamente ed intensamente nel senso che insegna a saper vivere perfettamente in armonia con la vita materiale, ma allo stesso tempo ad esserne completamente distaccati: essere nella materia, ma non esserne prigionieri. Il Tantra è la via per “non perdersi e confondersi nel mondo sensoriale, ma muoversi all’interno di esso godendo della creazione come manifestazione del divino e come splendida occasione di realizzazione spirituale, interiore”. È l’accettazione della vita materiale e l’inclusione di qualunque suo aspetto: non c’è niente che non sia o possa essere trasformato in una esperienza spirituale, nemmeno l’illusione o l’ignoranza ne sono estranee. Il Tantra è la comprensione che l’attaccamento alla materia, agli oggetti, al corpo stesso, è transitorio, mutevole, fuggevole ed estinguibile, ma nello stesso tutto è utile, indispensabile e insostituibile per la comprensione della sacralità. Il Tantra ci permetterebbe di comprendere William Blake nel “vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvatico, tenere l'infinito nel palmo della mano e l'eternità in un'ora".
Numerose vie spirituali e religiose hanno predicato il distacco e l’evanescenza illusoria della vita materiale, il Tantra invece suggerisce che distaccarsi dalla materia non favorisce lo sviluppo spirituale. Materia e spirito devono essere integrate e vissute intensamente.
È l’annullamento delle polarità dicotomiche, l’integrazione tra le polarità coesistenti e comunicanti, una coincidentia oppositorum: non questo o quello, ma questo e quello, il maschile e il femminile, la luce e il buio, e anche l’accettazione della opposizione tra il lato luminoso cosciente e la parte in ombra (o oscura) della esistenza psichica. "È far cessare il conflitto tra la dualità, il contrasto, apparentemente inconciliabile tra materia e spirito, tra il peccato e la virtù”.
O come descritto da lama Govinda "Il bene e il male, il sacro e il profano, la sensualità e la spiritualità, il materiale il trascendente, samsara (ignoranza) il nirvana (illuminazione) non sono completamente opposte, essi sono due facce della stessa realtà”.
Il Tantra ci ricorda che tra il corpo umano e il divino esiste un isomorfismo, una identità, una compenetrazione tra microcosmo e macrocosmo. Il corpo assume una valenza fondamentale per la via tantrica, essendo permeato di forze sovrannaturali è un tempio e luogo sacro di pellegrinaggio, laboratorio di trasformazione.
Tantra: spirito e materia
“Un principio chiave del Tantra risiede nel fatto che l’universo che noi sperimentiamo sia la concreta manifestazione dell’energia divina che lo crea e lo mantiene: le pratiche tantriche cercano di contattare e incanalare quell’energia all’interno del microcosmo umano” (D. G.White). Non affermava già Talete nel suo “tutte le cose sono piene di dei”?
In questa visione Tantrica il corpo è accettato e sacralizzato per essere reso uno strumento operativo della azione spirituale e della anima. Spiritualizzare la materia e materializzare lo spirito, rendere, in termini alchemici, il Sale/corpo in Zolfo/anima e lo Zolfo in Sale. Solo tramite il corpo e la materia possiamo fare esperienza della vita e sperimentarne l’intens sacralità e spiritualità che pervade ogni aspetto della creazione e in questa modalità inclusiva, come escludere il vissuto della sessualità e del piacere? Quale immenso e tragico errore colpevolizzare la forza libidica, il corpo, luogo e teatro di questa esperienza.
L’approccio del Tantra verso la sessualità è centrato sulla manifestazione e l’accettazione naturale e spontanea: negare la sessualità è come negare il respiro, il sonno, il cibo, cioè la vita stessa.
La sessualità, l’erotismo, il piacere sono eccezionali modalità per comprendere le forze, le energie che muovono non solo la materia del corpo, ma i meccanismi mentali, lo psichismo inconscio e conscio: "la realizzazione interiore si compie nella materia e nel corpo, nel qui e nell’ora, riunire ciò che è e quello che dovrebbe essere”.
Nella tradizione tantrica si attribuisce una dedizione alla espressione cosciente e consapevole del desiderio e della energia sessuale intesa dai più come una licenza permissiva al piacere, infatti nella concezione comune il Tantra è ampiamente conosciuto come lo yoga del sesso, banalizzando il tantrismo a mere tecniche per migliorare l’atto sessuale e inseguire un maggiore piacere. Tale convincimento è così radicato che si è definito il Tantra moderno ed occidentalizzato come un neo- tantra, o pop-tantra, un California tantra (ironica definizione da parte di Lama tibetani), con un approccio da Kama sutra, ma epurato dalla parte rituale e dai processi di trasmissione da parte di un maestro. La differenza tra le forme moderne e quelle tradizionali è sintetizzata come: "il neo-Tantra ritualizza il sesso. Il vero Tantra sessualizza il rituale”.
Questo luogo comune non rende merito all’ampia profondità di conoscenza di cui il Tantra è composto, cioè una via yogica completa, filosofia pratica di vita e modalità di indagine dei meccanismi sottili della realtà, non cogliendo pienamente il significato delle esperienze degli antichi maestri, della loro illuminata visione che li aveva spinti a capire che dietro e dentro la creazione si muovono forze, energie potenti ed organizzate.
Avevano cercato di spiegare queste esperienze con una modalità comprensibile alla comune mente umana, creando una mappatura della coscienza oltre l’ordinario attraverso figure (yantra e mandala) simboli, archetipi, suoni (mantra), meditazioni, tecniche, rituali, che potessero essere nello stesso tempo delle chiavi di accesso, una via strutturata, organizzata, ripetibile e percepibile: uno yoga.
Shiva e shakti
Nel sistema tantrico vi sono due realtà: queste due realtà sono chiamate chiaramente ed esclusivamente Shiva e Shakti. In ogni testo di Tantra non è stato usato nessun altro termine all’infuori di Shiva e Shakti. Shiva rappresenta la coscienza superiore, Shakti la energia potenziale. Questa Shakti è immanente in ciascuno di noi e nella materia. Non solo negli esseri umani, non solo negli animali, non solo nel regno vegetale, ma in tutti i regni visibili ed invisibili vi è dormiente una forza potenziale: questa è shakti. Shakti significa forza, potenza, ma anche capacità, effettività, possibilità. Pertanto l’esistenza è divisa in due aspetti, l’immanifesto e il manifesto, l’immutabile e il mutabile:
- Shiva, la coscienza non manifesta, senza forma, suprema coscienza
- Shakti, la forma, forza ed energia della manifestazione, madre cosmica, madre natura.
Shakti è la forza che manifesta il potenziale contenuto della coscienza (Shiva) in diversi centri all’interno dell’essere umano e dell’universo, ma le sue radici sono in Shiva.
Shakti è la forza mutabile nella immutabilità e Shiva è l’immutabilità e radice/origine della mutabilità: sono la stessa cosa.
L’esperienza della perfetta unità/identità dell’aspetto immutabile/mutabile del manifesto/immanifesto, della dissoluzione della dualità, degli apparenti opposti/separati sono lo scopo del tantra e dello yoga: Siva e Shakti sono la stessa cosa, ma questo lo comprendo con una coscienza/consapevolezza superiore.
La Shakti è tutto e in tutto quello che mi circonda, pur creando dei centri separati di manifestazione è in essenza la coscienza stessa di Shiva. Da Shiva scaturisce la creazione come un tutto e individualmente attraverso la shakti, ma Shiva rimane lo stesso e Shiva e Shakti hanno la stessa identità. Il manifesto e il non manifesto, il film e lo schermo, lo sfondo e la proiezione sono reali.
- Sw. Satyananda Paramahansa Sarasvati
Vediamo in uno schema di relazione questo concetto:
materia > energia > coscienza divina
oppure
coscienza divina > energia > materia
Ogni manifestazione materiale è coscienza manifestata, il passaggio tra materia e coscienza (o viceversa) è energia dinamica, continua, mutevole: Shakti.
Nella materia la coscienza divina e creatrice si concretizza.
Shiva
- origine di tutto ciò che si muove, ma è ciò che rimane immobile
- è vestito di spazio aperto e di ogni cosa dell’universo: è digambara (vestito di solo vento), modernamente è abbigliato con una pelle di tigre
- porta con sé il tridente, le 3 forze della natura: tamas, rajas, sattva
- cavalca il toro Nandin
- è in uno stato di nirvikalpa samadhi: totale assenza di dualità e divisione, di questo e di quello
- è il re degli yogi: yogeshvara, l’esperienza suprema
- è il signore dei kaula: Kuleshana, cioè di coloro che hanno raggiunto gli alti livelli del tantra (kaulachara)
- è Rudra: il distruttore
Shakti
- è il prana
- è la kundalini
- è Kali
- è Parvati
- è Adya, la madre universale
- è Ishwari, moglie di Ishwara, il signore dell’universo
- è Avidya Rupini: la forma della ignoranza, produce ignoranza e individualità
- è Vidya Rupini: la forma della conoscenza
- è Maya: creatrice della illusione che ci rende incapaci di vedere l’unità
Kundalini
Solo nel tantrismo vi è lo studio accurato ed esperienziale di quella forza cosmica potenziale e latente, la kundalini,raffigurata simbolicamente come un serpente arrotolato che giace alla base della colonna vertebrale.La kundalini è quiescente nella maggior parte delle persone, ma può essere risvegliata per fini di trasformazione interiore ed evoluzione spirituale.
La kundalini, manifestazione latente nel corpo umano della forza della Shakti creatrice, ricerca la sua polarità maschile contrapposta, il suo sposo Shiva, questo congiungimento, opera delle vie operative tantriche, è l’espressione nel microcosmo umano della androginia cosmica: la riconquista della pienezza che procede ogni creazione, la congiunzione degli opposti rappresenta il superamento del mondo fenomenico, l’abolizione di ogni esperienza di dualità.
Sesso e spiritualità sono molto più collegati di quello che possiamo immaginare, non a caso l'energia del “serpente addormentato” è posta nel primo o nel secondo chakra, occultata negli strati più profondi della materia e della consapevolezza addormentata.
Sesso ed energia della kundalini sono molto legati tra loro, potremmo dire che la sessualità è un piccola e parziale manifestazione della potenza della kundalini: per questa ragione gli adepti che cercano di risvegliare questa energia devono vivere o una vita casta o usare la sessualità e il desiderio come uno dei tanti detonatori che servono a dissipare gli strati che nascondono l'esistenza di questa potente energia. Ma non è solo una questione di cinetica di forze, il risveglio di questa energia è basata principalmente su una aspirazione spirituale e qui forse possiamo intuire come sesso, piacere e spirito sono così intrinsecamente collegati.
Attività svolte
Corpo e sessualità nel Tantra Retreat
Sessualità e corpo nel Tantra
Tantra, corpo e sessualità
Piacere, prana, rasa e ojas nel Tantra
Lo yoga del Tantra