Introduzione allo svara yoga

Introduzione allo svara yoga

La vita dell’uomo dell’antichità era in stretta in relazione con i cicli giornalieri del sole, della luna e all’alternarsi delle stagioni, ma era anche legata alla conoscenza e al rispetto sacro che l’essere umano è un’entità microcosmica intimamente correlata al macrocosmo.

 

Ciò che è in basso è come quello che è in alto e ciò che è in alto è come quello che è in basso

Dalla Tavola Smeraldina

 

In questa era moderna dove il nostro quotidiano è regolato da ben altri ritmi artificiali, la scienza ha riscoperto e rivalutato l’esistenza ciclica a cui soggiace l’essere umano. Termini come bioritmi, orologio biologico, cicli circadiani, ultradiani, infradiani, sono sempre più usati e gli studi su di essi sempre più approfonditi (il premio Nobel per la medicina del 2017 è stato assegnato per lo studio sui ritmi circadiani e sull’orologio biologico) tanto da creare nuove branche della scienza come la cronobiologia e specializzazioni più dirette come la cronofarmacologia o la cronochirurgia.

 

Dagli studi sull’orologio biologico:
Ogni organo ha il suo orologio. Lo stomaco sa quando deve riempirsi, l’intestino quando deve svuotarsi, il fegato quando secernere la bile. Luce e buio dirigono l’orchestra degli ormoni. All’alba l’adrenalina sale e il cortisolo tocca il valore massimo. Ci sono buoni motivi perché ciò avvenga al risveglio: l’adrenalina è coinvolta nella reazione “combatti o fuggi” decisiva per ogni essere vivente, il cortisolo agisce sulla quantità di zucchero nel sangue, la fonte primaria di energia. Alle 9 di mattina la melatonina cala, la noradrenalina aumenta: la prima è l’ormone del riposo notturno, la seconda regola la pressione del sangue e una quantità di altre funzioni. Fino a mezzogiorno si intensifica l’attività del sistema nervoso simpatico, una parte del sistema nervoso autonomo, cioè non controllabile dalla volontà, che agisce sul ritmo cardiaco, sulla dilatazione delle pupille, dei bronchi e delle coronarie, sulla produzione di acido cloridrico nello stomaco e altre funzioni fisiologiche. Nel pomeriggio, verso le 16, la pressione del sangue raggiunge il valore massimo, alle 18 la temperatura corporea incomincia a diminuire, seguita alle 20 dal battito del cuore e dalla pressione del sangue. Al calar della notte aumentano l’ormone della crescita e la prolattina (in piccola quantità l’hanno anche i maschi, influisce sul livello di testosterone e quindi sul desiderio sessuale) e avviene la secrezione della melatonina. 

Dal sito della Stampa-Laboratorio del 2-10-2017

Secondo la cronofarmacologia l’assorbimento della sostanza medicamentosa e la sua capacità di azione risentono delle condizioni generali e psichiche dell’organismo (velocità di circolazione, moltiplicazione cellulare, attività enzimatica ecc.) che possono favorire od ostacolare l’effetto farmacologico fino al punto tale che alcuni farmaci hanno effetti completamente diversi se somministrati in diverse ore della giornata. 
Con la cronochirurgia si sfrutta la ciclicità di alcuni fattori biologici per effettuare le operazioni chirurgiche nel le ore più adatte; ad esempio certi interventi chirurgici danno migliori risultati se effettuati il mattino presto, forse in relazione a un migliore funzionamento del sistema immunitario. 
Ma sospendiamo l’indagine in questo campo così vasto e complesso, per rivolgerci a quel corpus di conoscenze della tradizione yoga (in particolare del Tantra) che ci indicano l’esistenza di altri ritmi ancora più sottili e meno noti, ma non per questo meno fondamentali e indispensabili per la manifestazione della vita. Per accedere a questa comprensione ci introduciamo allo studio dello svara yoga. 

 

SVARA YOGA
Il termine svara può essere tradotto come movimento, ciclo, ritmo, come alternanza del respiro. Tramite il respiro possiamo avvicinarci alla comprensione dei ritmi di quell’energia sottile definita prana nella tradizione indiana, conosciuta come Ch’i in quella cinese, Ki in Giappone, Mana in polinesiano, in ebraico Ruach, in boscimano N/um, oppure fluido magnetico secondo A. Mesmer, forza odica di Von Reichenbach, energia orgonica di W. Reich e ancora: energia bioplasmatica, bioenergia secondo altri ricercatori occidentali (vedasi l’esperienza e la documentata ricerca eseguita con  la fotocamera Kirlian). Questa energia è alla base della manifestazione della vita non solo in ogni essere vivente, ma è onnipresente e pervade l’intero cosmo. Nella tradizione yogica si distingue nettamente il termine prana come forza vitale individuale e il maha-prana come il campo della grande forza cosmica nata con la stessa creazione dell’universo. L’atto del respirare ha sempre rappresentato non solo il primo e fondamentale collegamento con questa condizione terrestre, ma la condizione simbolica universale del respiro come anima, come soffio vitale. Il respiro è espressione materiale-grossolana, di una condizione sottile, dove respiro e prana sono inseparabili essendo uno, il veicolo dell’altro.

 

Per lo svara yoga respirare non è un semplice atto fisiologico, ma sottintende un’azione a livelli più profondi; il respiro riveste una tale importanza che per il suo tramite possiamo realizzare lo stato finale di reintegrazione, di unione, cioè di yoga: il respiro come via soteriologica.
Uno dei ritmi che possiamo cogliere con più evidenza e che riveste una fondamentale importanza per lo svara yogi è il respiro delle due narici, che si muove alternativamente con un ritmo che può variare da 60 o 90 minuti.  
Secondo la tradizione dello yoga (aspetto che caratterizza anche il vero significato di hatha yoga, dove ha-sole e tha-luna) quando predominerà il respiro nella narice destra ci sarà una maggiore attivazione di uno specifico flusso pranico, in questo caso della surya-nadi (nadi del sole) cioè la forza vitale e per la narice sinistra chandra-nadi (nadi della luna) l’energia mentale. Il termine nadi indica la via, il canale o più precisamente il flusso attraverso il quale si muove l’energia pranica. 
Solo quando questi due svara (vama-svara, lo svara sinistro e dakshina-svara, quello destro) più noti come ida-nadi e pingala-nadi, saranno posti in una condizione di equilibrio si manifesterà la piena attività di sushumna: la nadi principale collocata in relazione alla colonna vertebrale, con una possibile attivazione delle forze della kundalini.
Pertanto con il termine svara yoga non indichiamo solo l’analisi dei ritmi del respiro fisiologico, ma dei flussi ciclici del prana. Lo svara yogi segue attentamente lo studio di queste ciclicità energetiche, egli ha una famiglia, che è sempre con lui: una moglie, ida nadi; un fratello, pingala nadi; un padre che è la shushumna e sua madre che è la shakti. Lo svara yoga è la sapiente gestione delle armoniche relazioni con questa “famiglia” per non creare disaccordi con il nostro prana.

 

Lo svara yoga è una forma di yoga completa che racchiude in sé le conoscenze dell’hatha yoga (pranayama e mudra), del tantra attraverso l’analisi della fisiologia sottile delle nadi, dei chakra e dei kosha, della concentrazione sugli yantra, anche delle relazioni astronomiche e astrologiche con i flussi del prana, di tecniche esoteriche come la meditazione sull’ombra a fini divinatori e, aspetto fondamentale, la conoscenza dei tattva.

 

TATTVA

 

Nello Sivasvarodaya troviamo citato:
La creazione si realizza a partire dai tattva e sono essi che la mantengono. Il tattva causa la dissoluzione (pralaya) e il tattva è l’origine dell'universo.

Per la filosofia tantrica e in particolar modo per lo svara yoga l’universo intero è composto dai cinque tattva: AKASHA (etere-spazio), VAYU (aria), AGNI (fuoco), APAS (acqua), PRITHVI (terra).

La creazione prende forma a partire da questi cinque elementi, da essi è mantenuta prima di fondersi di nuovo nel tattva. Tale è il continuo e sottile processo della creazione.

Un tattwa è una vibrazione particolare del prana, ogni tattwa ha una frequenza pranica specifica, dalla più densa - prithvi - alla più sottile - akasha. I tattva hanno una manifestazione ciclica che può essere studiata dal respiro, nel senso che ogni ritmo di surya svara (in relazione al respiro destro) e di chandra svara (respiro sinistro) è influenzato da questi cinque tattvas (o elementi) che agendo sui prana-vayu creano dei differenti tipi di respiri.

 

SIVASVARODAYA
Analisi generale

Lo Sivasvarodaya è il testo di riferimento sulla conoscenza dello svara yoga, appartiene alla tradizione agamica, evidente anche dalla classica esposizione che si svolge nel colloquio tra Siva e la sua consorte Parvati (tipica della tradizione dei testi tantrici): “Dio degli dei, grande Dio, presa compassione di me esponimi, o Possente, la conoscenza che garantisce tutte le perfezioni” (esordio del testo nel secondo sutra) 
Lo studio degli svara non è solo una via yogica, tradizionalmente è una modalità di divinazione che affonda le radici nel substrato culturale, antropologico dell’antica civiltà indiana dove viene posta attenzione sull’interpretazione dei “segni”, l’analisi delle manzie basate sulla concezione (tipica visione anche greco-latina) che gli eventi correnti non sono casuali e immutabili.

La sostanziale caratteristica e centralità del testo, è la modalità divinatoria come strettamente collegata al flusso del respiro e del prana, cioè agli svara:

Chi si proclami conoscitore della sorte senza padroneggiare il passaggio dell’aria attraverso le narici è come una casa senza padrone

Sivasvarodaya

Le tecniche divinatorie indiane esposte, raffinate e sottili, non venivano considerate separate, né sussidiarie alla applicazione della medicina o all’arte del governare ed erano rivolte alle previsioni sulla qualità del raccolto, per conoscere e influenzare l’esito di una battaglia, per cogliere segni di guarigione e prossima morte, anche attraverso l’analisi dell’ombra (chayopasana), l’antomanzia (divinazione con il lancio di un fiore) o l’interpretazione dei riflessi del sole sulla superficie dell’acqua, fino all’istruzione sulle modalità di seduzione e di fertilità. Viene posta, inoltre, l’importanza sulle tecniche posizionali degli svara in relazione al consultante (pricchaka) e al divinante (svarodayavid).

 

Il testo si espande sull’anatomia iperfisica dello yoga, sull’importanza dei tattva e dello loro relazioni tra il respiro e le fasi astronomiche e astrologiche; dei loro ritmi circadiani e mensili nel flusso respiratorio, analizzando delle complesse relazioni che regolano ogni tattva con uno specifico colore, odore, sapore, yantra e bija mantra.
Lo svara yoga potrà sembrare apparentemente astruso e esoterico, ma l’insegnamento essenziale per il praticante di yoga è che il prana è il motore vitale di questa esistenza e che in un semplice respiro è racchiuso il significato dell’intero cosmo.

 

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